La Corte europea dei Diritti dell’uomo si è espressa a seguito del ricorso di un gruppo di dipendenti licenziati da un supermercato, dove il manager aveva fatto installare delle telecamere nascoste per smascherare l’autore di furti di merce.
Secondo la Corte il comportamento del manager del supermercato è legittimo in quanto non viola il diritto alla privacy dei dipendenti colti a rubare. Gli ammanchi di merce ammontavano a diverse migliaia di euro e per capire chi fossero gli autori il direttore del punto vendita ha fatto installare per pochi giorni, delle telecamere nascoste che riprendevano determinate aree aperte al pubblico.
Per i giudici della Corte europea il monitoraggio è stato proporzionato e legittimo anche per via del limitato tempo in cui le riprese sono state effettuate (10 giorni) e per via del ridotto numero di persone che hanno visualizzato i filmati.
Secondo la Corte, il livello di privacy che un dipendente può aspettarsi è MOLTO ALTO nei luoghi come lo spogliatoio e le toilette (in cui vige il divieto assoluto di video-sorveglianza); ALTO negli spazi di lavoro come gli uffici dove comunque può essere giustificata la video-sorveglianza; MINORE negli spazi di lavoro visibili ed accessibili anche al pubblico.
La stessa linea è stata condivisa anche dal Garante della Privacy italiano che giustifica le telecamere nascoste nel caso in oggetto, ma allo stesso tempo conferma che nei controlli in ambito lavorativo deve esserci sempre proporzionalità come presupposto per la legittimazione dei controlli.
Per l’utilizzo dei controlli occulti secondo la Corte di Strasburgo i requisiti fondamentali sono:
- Ragionevole sospetto
- unica soluzione di accertamento
- limitato tempo di utilizzo
- area ristretta a determinate zone
- ristretto numero di persone che hanno accesso alle riprese
Qui la dichiarazione di Antonello Soro, Presidente del Garante per la privacy, su sentenza Corte di Strasburgo.