“Buongiorno, la contatto perché vorrei mettere sotto controllo il telefono di mio marito……”
“Salve, vorrei capire come posso fare a leggere le chat di whatsapp della mia compagna…..”
“Ho necessità di accedere al computer del mio socio…..”
Capita piuttosto spesso di ricevere telefonate da parte di potenziali clienti che iniziano la conversazione con frasi di questo tipo. Tuttavia la risposta che possiamo dare è sempre la stessa: non è possibile, mi dispiace.
Un investigatore privato non può effettuare intercettazioni telefoniche
E’ pensiero comune infatti che sia una prassi piuttosto semplice e priva di conseguenze, quella di effettuare intercettazioni telefoniche oppure ricerche approfondite su dispositivi portatili e informatici appartenenti alle persone che si vogliono controllare. Questo, insieme a quella fetta di richiedenti che pur sapendo che la legge non lo consente, si dimostrano incuranti del problema , fa si che diventi difficoltoso instradare il cliente a valutare metodi alternativi e soprattutto leciti per poter acquisire le informazioni di cui necessita.
Ad amplificare poi l’idea che sia “innocuo” inserirsi all’insaputa del proprietario, in terminali appartenenti a terzi (anche se con fini legalmente validi), è la diffusione a mezzo rete, di software che permettono di compiere vere e proprie operazioni di hackeraggio illecito.
Bisogna quindi riuscire innanzitutto a fare chiarezza sul fatto che nei siti che pubblicizzano questi programmi non è ben specificato che è totalmente illegale installare tali software e che il fatto che ci si rivolga ad un agenzia di investigazioni non legittimi l’utilizzo di tali mezzi o comunque sollevi dalle gravi conseguenze penali a cui si va incontro. L’ investigatore privato non può diventare colui che attraverso le proprie competenze riesce a trovare la via più rapida aggirando anche la legge.
Cosa promettono le applicazioni spia?
Con pochi click in rete è possibile trovare varie tipologie di questi programmi spia. Ecco quali sono le caratteristiche principali:
Al primo posto si trova il monitoraggio delle chiamate in ingresso ed uscita (in alcuni casi è consentito anche l’ascolto), poi la possibilità di leggere gli sms inviati e ricevuti e la localizzazione GPS del dispositivo. Alcuni software più evoluti permettono anche di leggere il contenuto delle email, accedere ai vari servizi di messaggistica quali WhatsApp, visionare la rubrica e l’agenda ed addirittura il controllo dei dati di navigazione internet e delle foto scattate. In alcuni casi il sistema permette addirittura di ascoltare o vedere ciò che avviene intorno al dispositivo mediante l’attivazione da remoto di microfono e fotocamera.
Esaminando questo tipo di prodotti è innegabile che possano suscitare un forte potere attrattivo, bisogna però tenere ben a mente ciò che potrebbe comportare in seguito non solo l’utilizzo delle informazioni trovate, ma anche l’aver semplicemente approntato un tale sistema.
Anche se non ben specificato si tratta di reati penali
Vediamo in modo specifico cosa dice la legge in merito:
Partiamo dal presupposto che comporta reato anche la sola “installazione di apparati, strumenti, parti di apparati o di strumenti al fine di intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche tra altre persone” Art. 617 bis del Codice Penale.
L’art. 615 Ter Codice Penale punisce chi accede abusivamente ad un sistema informatico protetto da misure di sicurezza, fattispecie applicabile ormai a tutti i nuovi smartphone che di fatto sono dei micro computer che contengono una miriade di dati.
L’art. 616 Codice Penale punisce chi prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa a lui non diretta, oppure la distrugge o la sopprime. Ovviamente a questa fattispecie sono assimilate anche la email, i messaggi SMS e tutti i sistemi i messaggistica istantanea.
In caso di ascolto ambientale o riprese fotografiche effettuate mediante l’attivazione da remoto di microfono e fotocamera sul dispositivo spiato, si configura anche il reato di interferenza illecita nella vita privata punito dall’art. 615 bis Codice Penale
Un analisi forense con strumenti professionali può scoprire il trucco
Fatto luce su quanto la legge dice, va poi tenuto presente che questo tipo di applicazioni si nascondono molto bene all’interno del sistema operativo, ma non sono del tutto invisibili e non solo una persona esperta può riuscire a trovarne traccia nei vari sotto-menù, ma vi è anche la certezza che un’attività di bonifica telefonica svolta con sistemi professionali è perfettamente in grado di evidenziare queste attività sospette portando alla luce il reato.
In conclusione, considerando che le informazioni acquisite con tali metodi non potranno in alcun modo essere utilizzate in giudizio e alla luce dei rischi che comporta metterli in pratica, sconsiglio vivamente di intraprendere questa strada.
Pertanto il mio consiglio è quello di rivolgersi sempre ad un investigatore privato serio, preparato e soprattutto che sappia mettere in pratica attività lecite che porteranno risultati altrettanto leciti e pienamente utilizzabili in giudizio, oltre a non essere lesivi per la persona che li produce.